Intervista a Piero Ricci

di Rosanna Bertolino

Piero Ricci, bitontino, giornalista professionista dal ’94, già addetto stampa della CISL Puglia, da anni a Repubblica, redazione di Bari, è Presidente dell’ordine dei Giornalisti di Puglia dal 2017, ma già dal 2008 Consigliere dello stesso Ente e dell’INPGI (Inps dei giornalisti italiani) Nonostante i suoi numerosi impegni si è reso disponibile alla nostra intervista.

Piero Ricci

I giornali online conquistano una fascia sempre più ampia di pubblico, di età varia. Quali sono le caratteristiche che deve possedere un buon giornale online perché possa aspirare a vivere nel tempo?

Le caratteristiche che da sempre fanno del giornalismo uno dei pilastri fondamentali delle società democratiche. Cambiano i mezzi, non il fine. Cambia la forma, non la sostanza. O meglio: si aggiunge. Il web è solo l’ultimo mezzo che si è aggiunto nel corso dei secoli a quelli che l’uomo ha scoperto per far circolare le informazioni. Solo che con mezzi iperveloci al giornalista si chiede di essere più bravo: non basta avere la patente ma diventare pilota di Formula 1 se il sentiero aperto cinque secoli fa dall’invenzione dei caratteri mobili è diventato autodromo. Le qualità di un buon giornalista non sono cambiate: unico rischio è che in questo costante bombardamento di informazioni ci si dimentichino i ferri del mestiere: ricerca della verità sempre, verifica delle fonti, interesse pubblico di un fatto che reputiamo possa diventare notizia.

Cartaceo vs online…i pro e i contro, oggi, delle due versioni di questo mezzo di informazione?

La carta, nella sua articolazione più veloce che è quella quotidiana, ha il vantaggio, la forza, di avere dalla sua parte il tempo per verificare e soprattutto, approfondire. La carta dà qualche certezza, qualche dettaglio in più che può sfuggire al meccanismo delle breaking news. L’online ha il vantaggio di offrire la vita in diretta, i fatti mentre accadono. Bisogna capire quando un fatto può essere una notizia. Tuttavia non vedo carta e online alternativi l’una all’altro, ma complementari. Non a caso spesso l’online di un giornale è come quelle cucine a vetro che troviamo nei ristoranti, dove lo chef fa vedere come mettendo insieme tanti ingredienti, impiatta prelibatezze per i commensali. La carta è quella prelibatezza.

Come cambia, anche a livello linguistico, il modo di fare informazione scegliendo l’uno o l’altro formato?

Il linguaggio è più diretto, sintetico nell’informazione online. Ma quello di scrivere come mangiamo è sempre stata una delle regole principali anche nei giornali di carta che si consumano in pochi minuti da parte dei lettori. A maggior ragione online dove si scrolla il display e si legge a malapena il titolo. Anche la tecnica di lettura diventa verticale: non ci sono parole da leggere ma lettere che scorrono come immagini. Questo non dipende dal giornalista ma dal lettore.

Prendiamo in considerazione “quotidiani” e “mensili”: quale differente ruolo e quale utilità rivestono l’uno e l’altro in un paese come Palo del Colle?

Il periodico di carta è ancora più approfondito del quotidiano di carta. Per questo, soprattutto nelle realtà locali come Palo del Colle, sarebbe utile se all’informazione quotidiana online si associasse l’informazione periodica di carta, non potendo realtà così piccole sopportare costi di produzione per un’informazione cartacea quotidiana. Il periodico ha la forza, la capacità, direi la qualità, per riannodare i fili di un fatto, di mettere insieme i tasselli di un puzzle. Ecco, se non è troppo ardita la metafora, l’online fornisce i tasselli, il periodico ti fa vedere il puzzle. Ma questo è un lavoro, un lavoro delicato che per essere di qualità, deve rifuggire dall’idea che tutto debba essere gratis. Bisogna trovare formule anche di mercato per difendere l’informazione di qualità: senza qualità dell’informazione, anche la democrazia rischia di essere a bassa risoluzione.

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