Tra bellezza e storia viviamo noi italiani, ed i palesi anche. Consultando il sito “CartApulia” (la Carta dei Beni culturali pugliesi – http://www.cartapulia.it/) e digitando il nostro comune ci imbattiamo in settantotto luoghi di interesse artistico, storico e culturale. Ovviamente il Palazzo del Principe, le tante Chiese a partire dal complesso della Matrice, le antiche Masserie disseminate sul nostro territorio ed altro ancora.

Nella “Grande Bellezza Palese” in questo numero di Km0 ci soffermeremo sulla Chiesa di Santa Maria di Juso, la descrizione sul sito è sintetica e rimanda nella bibliografia ad un testo del 1994 scritto di Luca Tarantino ed Andrea Pappadà, promosso dall’Archeoclub di Palo del Colle.
Non è stato possibile recuperare il volume laddove dovrebbe essere facilmente consultabile, la biblioteca comunale, malgrado il recente lavoro effettuato di digitalizzazione di tutti i libri in dotazione.
Fortunatamente nel nostro comune ci sono studiosi interessati alla nostra storia che svolgono lavori egregi conservando libri sulla storia palese, e ne scrivono come l’avvocato Giovanni Lanzellotto con il suo ultimo lavoro “Al tempo dei Normanni”.
Tutto ciò che leggerete è preso a piene mani da questo prezioso volume, inesattezze, imperfezioni e errate sintesi sono colpa solo di chi scrive.
La cappella si trova a sud del paese, a 100 passi dell’antico nucleo abitato. Per comprendere quanto fosse percepita lontana la chiesa basta soffermarsi sul nome datole, dedicata alla Madonna ne hanno aggiunto il termine “Juso”, che non sta per Jesus ma per “giù”. La Madonna di Giù, perché si trovava a valle rispetto al colle, centro della città medievale.
La costruzione della Madonna di Juso dovrebbe risalire al XIII secolo, ma mancano notizie certe sulla sua fondazione. Forse lo scopo era la costruzione di una abbazia di monaci oppure un oratorio bizantino e quest’ultima ipotesi può essere suffragata da alcuni affreschi interni all’edificio.
Anche sulla sua realizzazione possono essere fatte solo ipotesi. Attualmente l’interno è formato da due navate parallele di uguale dimensioni comunicanti mediante due archi impostati su grossi pilastri. La navata di sinistra è coperta con volta a botte, mentre quella di destra da due volte a vela.
Originariamente la chiesa era composta da tre navate, di cui quella a destra è andata in rovina, dato che sono visibili sul retro le tre absidi circolari a vista che ne caratterizzano lo stile semplice ed essenziale.
Gli “Studi bitontini” hanno formulato una diversa ipotesi, infatti Antonio Castellano dopo aver esaminato la struttura edilizia sostiene che la terza abside si riferisce ad un corpo aggiunto successivamente e, forse, non più realizzato. Mentre le prime due appartengono ad unica struttura. Per cui secondo lo studioso la costruzione dovrebbe risalire ad un’epoca più antica del milleduecento, costituendo una rara testimonianza che riporta inequivocabilmente ad un edificio dove si svolgeva liturgia bizantina.
Non mancano le leggende sorte nei secoli intorno alla Chiesa della Madonna di Juso, secondo una credenza popolare riportata da Francesco Polito nel saggio “Per la storia di Palo”, l’antico crocifisso conservato nella chiesa non può uscire processionalmente senza che scoppino forti temporali con grandine di lapillo. Lo stesso storico riferisce una leggenda completamente dimenticata, quella di “Papesce”. Era un esempio negativo nella piccola comunità palese, empio e brutto bestemmiatore. Alla sua morte, venne scomunicato. Per questo non potendo avere una sepoltura cristiana fu sotterrato fuori dall’abitato in terra non sacra, proprio nella zona circostante la chiesa. Insomma un fantasma, nella credenza popolare, aleggiava vicino all’edificio religioso. Come sempre le leggende nascono e si tramandano perché devono immergere nell’immaginario popolare un concetto morale, partendo da un contenuto vero oppure verosimile.
Nella tradizione palese la festa della Madonna di Juso coincide con il Lunedi dell’Angelo, il giorno dopo la celebrazione della Pasqua, profanamente definita pasquetta. La scampagnata per i palesi coincideva con la partecipazione alla funzione religiosa presso la Chiesa, ritrovandosi nelle ore successive nello spiazzo antistante e consumando il pranzo, anche nelle campagne adiacenti. Oppure recandosi nelle ore pomeridiane, tanto non era molto lontano solo “cento passi”.
Con il cambio di percorso della statale 96 ed il conseguente abbattimento del ponte che quasi copriva la Chiesa, l’edificio oggi ha una nuova visibilità, lo si può ammirare senza ombre e senza il rumore che la sovrastava.
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