Il decoro urbano a Palo del Colle

di Giusy D’Agostini

«Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore». 

Peppino Impastato 

Parlare di Decoro urbano a Palo del Colle non è facile. Si potrebbe partire da questa frase di Peppino Impastato, in cui si chiede di insegnare la bellezza alla gente. Non si tratta di mettere a punto un’operazione di facciata, per nascondere obbrobri derivanti da opere edilizie fatte senza tener conto di ciò che il territorio richiede, ma di stimolare nelle persone la curiosità verso ciò che ci circonda e condirla con stupore. Palo non ha un vero e proprio regolamento di Decoro urbano.

Nelle norme tecniche di attuazione del Piano Regolatore Generale (PUG), in riferimento alla zona A1, che coincide con la parte più antica dell’abitato, si legge che essa contiene degli elementi architettonici emergenti (la chiesa Matrice e il Palazzo del Principe) e che conserva la struttura stradale del primitivo insediamento medievale. Questo insieme urbano va conservato per la sua qualità complessiva, essendo testimonianza del primo nucleo storico di Palo del Colle.

In tale zona si tende a mantenere l’attuale assetto urbano e architettonico; gli interventi costruttivi devono essere finalizzati al miglioramento delle qualità abitative e igieniche degli edifici esistenti, limitando la demolizione-ricostruzione a quei casi ritenuti indispensabili per motivi statici.

Per quanto riguarda il verde urbano, il PUG qualifica come “beni culturali di valore ambientale” i giardini esistenti ai margini o all’interno di complessi edilizi, confermandone l’uso e prescrivendo per essi il mantenimento delle essenze arboree esistenti; il loro incremento potrà avvenire esclusivamente con essenze analoghe a quelle precedentemente impiantate o con essenze naturalizzate da lungo tempo nel paesaggio locale.

Pur non possedendo un vero e proprio regolamento di Decoro urbano, dal PUG si evince che ci sono delle norme ben precise da seguire, sia in ambito urbano che extraurbano. La Commissione edilizia ha il compito di verificare che vengano rispettate sia le norme estetiche che funzionali, come ad esempio l’abbattimento delle barriere architettoniche, al fine di facilitare la vita di relazione di tutti i cittadini.

Fin qui è stato fatto riferimento al Piano regolatore, ma occorre anche capire quanto i cittadini sentano il bisogno di rispettare il Decoro urbano e farne uno stile di vita. Palo si presenta agli occhi di una persona che arriva da fuori, ma anche degli stessi abitanti, come un paese “disordinato”, privo di armonia architettonica e trascurato per molti aspetti, quali la viabilità interna e il verde pubblico.

Tale situazione genera nelle persone una forma di disaffezione verso il bene pubblico, anche per la mancanza di una identità storica e paesaggistica che accomuni e unisca gli abitanti e che li spinga a prendersi cura in prima persona del proprio habitat urbano, mantenendone alta la qualità Bisogna prendere coscienza che i luoghi che abitiamo contengono la nostra storia, influiscono sul nostro stato d’animo e sul nostro comportamento.

palo del colle veduta aerea

Fanno parte di noi, e quando raccontiamo la nostra città a qualcuno, raccontiamo sicuramente anche di noi stessi. E allora perché non cerchiamo di dare una identità precisa alla nostra Palo del Colle?

Facciamoci abbracciare da quei meravigliosi vigilanti di pietra, la Chiesa Matrice e il Palazzo del Principe, che si ergono sull’altura a protezione della splendida Piazza Santa Croce. Accogliamo con lo stesso candore materno i visitatori che in auto o in treno giungono a Palo seguendo con lo sguardo l’imponente campanile. Adorniamo la zona nei pressi della stazione, già in via di riqualificazione, immaginandola come punto di arrivo di chi decide di visitare il nostro paese.

Creiamo fin da subito Bellezza e curiosità, accompagnando i visitatori presso il gioiello architettonico che è la chiesetta della Madonna di Juso, per poi salire attraverso il corso principale e finalmente giungere nel cosiddetto “salotto” di Palo, che con i suoi monumenti storici domina tutto il paese, aggiungendo emozioni alla Bellezza.

Decoro urbano non è solo un insieme di regole sterili dettate da un regolamento, ma è anche la ricerca instancabile da parte delle Amministrazioni di motivazioni che spingano i cittadini ad appropriarsi dei luoghi pubblici, come espressione delle proprie tradizioni culturali, limitando così nel tempo il degrado del paesaggio urbano.

È fondamentale anche individuare le aree più critiche della città o dei quartieri e coinvolgerne i cittadini, integrando le loro idee nei piani di recupero e riqualificazione, stimolando visioni che portino alla fruizione quotidiana degli spazi.

Continuare a scrivere la storia di Palo, ripercorrendo quella che già conosciamo, che affonda le sue radici in tempi remoti, farla rivivere negli occhi di chi ci abita e in quelli di chi decide di visitare la nostra cittadina, può essere un obiettivo raggiungibile, come è successo in altri paesi, anche molto vicini al nostro, per conquistare una propria identità e donare a noi stessi la Bellezza che si sta purtroppo perdendo.

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